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04 luglio 2015
Uno dei protagonisti della difesa di Sarajevo è un Serbo...... I giusti sono ovunque...
Jovan
Divjak
(Belgrado,
11 marzo 1937) è un militare e scrittore jugoslavo, dal 1992
bosniaco. Nel 2012 interpreta il ruolo di Jovan nel film “Venuto al
mondo” di Sergio Castellitto.
Durante
l'Assedio di Sarajevo e durante tutto il corso delle Guerre
jugoslave, nonostante le sue origini serbe, si è apertamente
schierato con bosniaci, croati e numerosi altri serbi a difesa di
Sarajevo e della Bosnia-Erzegovina dalle truppe di aggressione serbe
desiderose di impedire la creazione di uno stato bosniaco multietnico
ed indipendente. È ricordato per aver raccolto le sue memorie della
guerra in un libro chiamato Sarajevo Mon amour, pubblicato in diverse
lingue all'estero oltreché all'impegno sociale che ha assunto
fondando la associazione denominata Obrazovanje gradi Bih
("L'istruzione costruisce la Bosnia").
Il
3 marzo 2011, su mandato del governo serbo, è stato fermato dalla
polizia austriaca a Vienna mentre si stava recando in Italia per
partecipare a un incontro indetto dall'Associazione nazionale ex
deportati politici nei campi nazisti e dall'Associazione Percorsi di
Pace. È stato rilasciato l'8 marzo 2011 dopo il pagamento della
cauzione, fissata a 500.000 €. Il susseguente processo tenutosi
nella capitale austriaca accertò la totale infondatezza delle accuse
mosse dalle autorità serbe verso Divjak (segnatamente accuse di
crimini di guerra) il quale non venne pertanto estradato verso il
paese balcanico. (Wikipedia)
Nadja Mujcic: "Andrò alla marcia Tuzla Srebrenica". Una volta era la mia città..
“Sono nata e cresciuta nella città di Srebrenica, un comune di 8/9.000 persone nell’est della Bosnia-Herzegovina, al confine con la Serbia. In giovane età sono entrata a far parte del partito KPJ ( Komunisticka partija Jugoslavije – Partito Comunista Jugoslavo), nel quale militerò sino agli inizi degli anni novanta. Ho passato gli anni universitari a Pristina – Kosovo, dove mi sono laureata in Fisica ed ho potuto conoscere e toccare la situazione Kosovara. Il 16 aprile 1992 ho dovuto lasciare Srebrenica insieme ai miei tre figli, mentre la guerra civile si stava avvicinando a colpi di ultimatum dall’auto proclamata Republika Srpska, supportata dalla Serbia e dall’esercito Jugoslavo – JNA. Durante la guerra civile ci siamo stabiliti per 7/8 mesi in una piccola città nel centro della Bosnia, Tesjanka, tra Doboj e Tesanj, ospitati dalla famiglia di mio marito. Come la guerra si faceva sempre più violenta e brutale, ho deciso di partire per la Croazia insieme ai miei tre figli. Abbiamo attraversato la dogana croata come clandestini, essendo che a quel tempo era chiusa… In Croazia abbiamo passato un anno, inizialmente ospitati da amici di famiglia in una piccola località Balneare. Podgora. Successivamente siamo entrati in un campo profughi, dove siamo rimasti per alcuni mesi. In Croazia c’era una forte discriminazione contro i bosniaci musulmani e nessuna possibilità di trovare impiego, sicché grazie all’aiuto di amici croati siamo riusciti ad ottenere i documenti necessari per arrivare in Italia. Il 9 agosto 1993. siamo arrivati con il traghetto da Spalato nella città di Ancona. Quel giorno c’erano una serie di comuni della Bresciana che ospitavano i profughi di guerra dalla Bosnia. Quello che nella nostra immaginazione era un soggiorno che sarebbe dovuto durare qualche mese, è diventato una questione di anni fino ai giorni nostri. L’11 luglio 1995, nel genocidio di Srebrenica ho perso mio marito, che non è ancora stato ritrovato, e il mio unico fratello, nonché un gran numero tra parenti ed amici.”
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