Sono passati otto mesi da quando, attraverso Facebook, ci siamo messi in contatto. Erano giorni drammatici, da pochissimo avevano avuto termine gli scontri di Piazza Indipendenza e proprio allora Yanuchovic fuggì in elicottero un sabato notte, dopo aver promesso il giorno prima il ritiro delle leggi liberticide emesse al termine del 2013. Ancora oggi, in molti, direi quasi tutti e inconsapevolmente perfino chi sposa la causa ucraina, parlano di "cacciata" dell'ex Presidente. Nulla di più impreciso...
Fu con grande sorpresa che constatai il tuo interesse per le vicende ucraine, ma soprattutto per il tuo sguardo non allineato e curioso, di chi è abituato a raccontare ciò che vede e non ciò che sente attraverso altri e perdipiù a migliaia di chilometri di distanza. Sopperire alla tua assenza qui con il supporto di testimonianze sul posto mi è parsa cosa intelligente e normale. I mesi successivi, vissuti quaggiù giorno per giorno e non più da turista occasionale, mi hanno insegnato invece quanto la tua linea professionale sia rara. Ad agosto, ero a casa, a Mantova, un noto giornalista in chat su FB mi disse che l'Ucraina come Paese non esiste. Quando mi capita di avere discussioni di questo genere, sappi che il mio pensiero va sempre all'amico Claudio Gherardini, che ha vissuto e che vive ancora il dramma dei Balcani; anni fa lessi un articolo nel quale il giornalista riportava un'aneddoto di una sua vecchia intervista a Radovan Karadzic in un bar di Sarajevo, con quest'ultimo che ridisegnava mappe nell'ambito degli allora confini jugoslavi su tovagliolini di carta. Ad agosto, Claudio, a quel giornalista chiesi cos'era quindi quella superficie di terra pari alla Francia per dimensioni e posizionata tra la Russia ad est e L'Ungheria ad ovest e che chiunque oggi rimetta in discussione confini territoriali, aldilà delle ragioni addotte, può seminare distruzione e morte. Poi esistono casi diversi, come quello dell'ex Cecoslovacchia, ma non è il caso di dilungarsi. Resta il rammarico, è un parere personale, per il fatto che già a febbraio con le persone nelle piazze del sud est ucraino impegnate a manifestare il loro timore nei confronti di chi aveva assunto il comando a Kyiv, Turchinov non abbia fornito loro rassicurazioni evitando di fornire sciocchi pretesti a Putin. Tutti sappiamo com’è andata successivamente, a partire dall’episodio della Crimea...
Ricordo un tuo post, nel quale criticavi chi, con atteggiamento blasé, eleva se stesso come non partecipante al minestrone umano dei Social Network. Ognuno di noi vive le propria vita, con problemi spesso duri e che ci mettono alla prova. Siamo distanzi centinaia, spesso migliaia di chilometri e non ci scriviamo a volte per settimane o mesi, ma un filo ci lega. Negli ultimi tempi, soprattutto alla ricerca affannosa di contatti che mi potessero essere utili per il lavoro, ho esagerato con i contatti su Facebook, sia nel chiederli che nell’accettarli, e ne ho pagato lo scotto. Ma decisamente nulla in confronto al piacere di avere conosciuto persone veramente in gamba, per le quali è valsa la pena iscriversi a Facebook. Italiani e non, conosciuti personalmente qui a Kyiv e in Italia, con i quali sono nati rapporti di amicizia, di lavoro e di semplice cordiale conoscenza, sono scoperte preziose.
Fu con grande sorpresa che constatai il tuo interesse per le vicende ucraine, ma soprattutto per il tuo sguardo non allineato e curioso, di chi è abituato a raccontare ciò che vede e non ciò che sente attraverso altri e perdipiù a migliaia di chilometri di distanza. Sopperire alla tua assenza qui con il supporto di testimonianze sul posto mi è parsa cosa intelligente e normale. I mesi successivi, vissuti quaggiù giorno per giorno e non più da turista occasionale, mi hanno insegnato invece quanto la tua linea professionale sia rara. Ad agosto, ero a casa, a Mantova, un noto giornalista in chat su FB mi disse che l'Ucraina come Paese non esiste. Quando mi capita di avere discussioni di questo genere, sappi che il mio pensiero va sempre all'amico Claudio Gherardini, che ha vissuto e che vive ancora il dramma dei Balcani; anni fa lessi un articolo nel quale il giornalista riportava un'aneddoto di una sua vecchia intervista a Radovan Karadzic in un bar di Sarajevo, con quest'ultimo che ridisegnava mappe nell'ambito degli allora confini jugoslavi su tovagliolini di carta. Ad agosto, Claudio, a quel giornalista chiesi cos'era quindi quella superficie di terra pari alla Francia per dimensioni e posizionata tra la Russia ad est e L'Ungheria ad ovest e che chiunque oggi rimetta in discussione confini territoriali, aldilà delle ragioni addotte, può seminare distruzione e morte. Poi esistono casi diversi, come quello dell'ex Cecoslovacchia, ma non è il caso di dilungarsi. Resta il rammarico, è un parere personale, per il fatto che già a febbraio con le persone nelle piazze del sud est ucraino impegnate a manifestare il loro timore nei confronti di chi aveva assunto il comando a Kyiv, Turchinov non abbia fornito loro rassicurazioni evitando di fornire sciocchi pretesti a Putin. Tutti sappiamo com’è andata successivamente, a partire dall’episodio della Crimea...
Ricordo un tuo post, nel quale criticavi chi, con atteggiamento blasé, eleva se stesso come non partecipante al minestrone umano dei Social Network. Ognuno di noi vive le propria vita, con problemi spesso duri e che ci mettono alla prova. Siamo distanzi centinaia, spesso migliaia di chilometri e non ci scriviamo a volte per settimane o mesi, ma un filo ci lega. Negli ultimi tempi, soprattutto alla ricerca affannosa di contatti che mi potessero essere utili per il lavoro, ho esagerato con i contatti su Facebook, sia nel chiederli che nell’accettarli, e ne ho pagato lo scotto. Ma decisamente nulla in confronto al piacere di avere conosciuto persone veramente in gamba, per le quali è valsa la pena iscriversi a Facebook. Italiani e non, conosciuti personalmente qui a Kyiv e in Italia, con i quali sono nati rapporti di amicizia, di lavoro e di semplice cordiale conoscenza, sono scoperte preziose.
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