Bisognerebbe che la base della formazione di una persona fossero i
chilometri fatti per visitare altri luoghi e altri paesi e la quantità
di amicizie strette in quei luoghi. Più paesi visitati e più "stranieri"
conosciuti, dovrebbero assegnare punteggi e prestigio più alto. Chi sta
a casa, punteggio base, chi viaggia, merito a chilometri e contatti umani.
Da Trieste a Bihac ci sono meno di trecento chilometri stradali, il che
significa quasi la metà in linea d'aria. Certo che i triestini lo sanno
bene. Meno bene invece lo sanno i popoli casualmente italiani che
abitano a ovest, che conoscono la Spagna e vanno in vacanza ai Castelli
della Loira in Francia, ma non sanno cosa e dove sia l'Istria. Con tutto
il rispetto per l'ovest europeo, l'est, almeno per qualche decennio
ancora, è parecchio bello, intatto, esotico e particolare. A ovest
degli Appennini non se ne sa che pochissimo dei Balcani.
Sono andato di nuovo brevemente a Est e ho notato sulla autostrada
Venezia - Trieste che alcuni casolari e fattorie inalberano la bandiera
tricolore ben in vista sulla via. Evidentemente anche loro festeggiano i
centocinquanta anni dell'unità italiana, ma in Veneto questa bandiera
significa anche dichiararsi contro la secessione del delirante mostro
nato da oltre venti anni, la Lega.
Due ragazze polacche di venti anni si sono decise a visitare i Balcani
anche se i loro amici di Lublino gli dicevano che forse era persino
pericoloso. Venivano dalla Toscana in autostop e le ho portate sulla
costa del Quarnero. Ora se la ridono guardando il mare smeraldo della
Dalmazia. Torneranno in autostop in Polonia e cercheranno invano di
spiegare la bellezza delle terre balcaniche a chi non viaggia. Hanno
viaggiato grazie alla comunità globale di ospitalità che si chiama
Couchsurfing. Senza soldi o quasi, cercate couchsurfing su google.
Eccomi ora alle bandiere che si incontrano in Croazia davanti a ogni
chiesa e spesso sulle facciate delle case. Le strade che portano verso
il parco di Plitvice sono bellissime, ancora piene di turisti e di
alberghi e ristoranti, tutti affittano stanze e i camper stranieri non
si contano. Questo è anche un paradiso per i motociclisti e spesso i bar
offrono sconti a questi bikers.
In questa area turistica bellissima ma ormai in ottica occidentale
capita di trovare le macerie di tante case che dopo 20 anni sono ancora
distrutte. Sono le case dei Serbi di Croazia, che non volevano la
secessione e la liberazione da Milosevic e allora sono stati cacciati.
Milosevic gli aveva promesso un futuro da eroi della Grande Serbia e
invece furono spediti persino in Kosovo da dove se ne dovettero andare
ancora, sempre per colpa di Milosevic.
Ma dietro l'angolo di Plitivice, subito dopo il confine con la Bosnia,
si trova Bihac. Minareti e abbigliamento islamico. Tutto cambia
improvvisamente. La natura e il panorana sono forse ancora più belli. A
tre ore da Trieste, domani si festeggia la fine del Ramadan con grandi
feste. Qui convivono Islam e Vaticano a pochi metri di distanza e un
tempo anche i serbo ortodossi che prima o poi torneranno.
Nonostante il virus primitivo e fascista che attanaglia molti, il Mondo
è dietro l'angolo e anche sotto casa. Come è naturale che sia. Ineluttabile.
cg