28 luglio 2016

Dopo Idomeni al peggio non c'è mai fine

Esauriti i fondi per essere sul posto raccolgo gli aggiornamenti a distanza e ve li invio disturbando le atmosfere estive.

Oggi ore 12: Diciottenne morta in un campo di concentramento nella ex SOFTEX, 5km da Salonicco.

La cosiddetta rotta balcanica chiusa dal 20 marzo scorso in realtà non si è mai chiusa davvero.

Dato che impedire a uomini in fuga con famiglie di cercare speranza è IMPOSSIBILE, un rivolo di fuggiaschi arriva da sempre a Belgrado e sono circa 300 al giorno che poi si incamminano verso l'Ungheria che per un certo periodo li ha fatti entrare. Tutto sottobanco.

Ora sembra che l'Ungheria voglia richiudere la fessura di confine e a Belgrado lentamente si ammassano famiglie, minori soli....

Non so esattamente quale sia la situazione nei centri militarizzati ai confini tra Serbia e Fyrom e tra Fyrom e Grecia. Penso ce ne sia qualche centinaio.

Sono persone fuori da ogni burocrazia e illegali per forza, destinati chissà a quale sorte.

La sorte delle decine di migliaia di siriani e iracheni bloccati in Grecia, quelli di Idomeni e tanti altri è un poco più nota.

Ormai è loro opinione comune che "si stava meglio nella polvere e nel fango di Idomeni". Le aree suburbane nella quelli sono situati i capannoni del dopo collasso della Grecia fanno anche un poco paura e negli hangar si vive malissimo. Caldo asfissiante, poco cibo e cattivo, militari e polizia razzisti e ottusi e incapaci e pochissima assistenza medica.

Oggi alle ore 12, nel campo denominato Softex nella terrea periferia di Salonicco una ragazza di 18 anni è morta per un malore mentre faceva una doccia di "fortuna" dentro a un tendone di plastica.

Nessuno in loco è stato in grado di aiutarla.

L'ambulanza è arrivata dopo 90 minuti nonostante che Salonicco, che è la seconda città della Grecia, sia distante dal campo Softex circa 5 chilometri.

Subito le persone che abitano il campo di concentramento hanno bloccato la strada di accesso come si vede dalle foto allegate.

La foto dove appaiono due persone con la pettorina della Croce Rossa si riferisce invece a quello che è accaduto ieri nel campo di concentramento di Oreocastro che è un paese a mezz'ora da Salonicco in direzione nord ovest.

La Croce Rossa greca è arrivata nel campo per distribuire generi necessari. Le persone che vivono nel capannone con 40 gradi di temperatura hanno cercato di spiegare che la distribuzione effettuata con la classica fila unica davanti ai camion è secondo loro da evitare proprio.

Già a Idomeni spesso nella fila accadevano risse ma soprattutto le donne venivano molestate dagli uomini dato che non tutti questi arabi siriani sono di provenienza cittadina e civile e sono in parte anche personaggi primitivi, come sappiamo. 

Dopo un lungo diverbio tra persone e volontari Croce Rossa, questi ultimi se ne sono andati via in malo e modo e senza distribuire niente!

A Salonicco e altrove in Grecia sono molto attivi i gruppi antagonisti come Over The Fortress e Melting Pot. Lavorano bene ma occupano stabili vuoti dove sistemano i rifugiati e poi vengono sgomberati dalla polizia. L'autogestione in Grecia non sembra venga approvata.

Quelli in Turchia...... Quelli al confine tra Siria e Turchia

I primi stanno facendo gli schiavi per le attività artigianali o altro per pochi denari al giorno, inclusi i bambini che come si sa con le loro manine possono fare tante belle casette.

Dei secondi, che stanno tra due fuochi, siriani e daesh e polizia turca non mi sembra si racconti niente.



Claudio Gherardini


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11 luglio 2016

Srebrenica 21° - La pace bastarda.

Tuzla (Bosna i Hercegovina) 11 luglio 2016

Un impressionante coro di ragazzine vestite di bianco e di donne vestire di nero ha cantato la disperazione nel tremendo scenario dello sterminato cimitero memoriale di Potocari, a Srebrenica. Sotto un sole spietato una enorme folla ha partecipato alla cerimonia per i ventuno anni dal Genocidio di Srebrenica ma soprattutto alla inumazione dei 127 piccoli sarcofaghi di tela verde contenenti i resti di altrettante vittime del massacro volto a eliminare dalla zona la maggioranza di fede islamica. Una commissione specializzata, che non ha pari nel mondo in quanto a ricerca del DNA, ogni anno scava, nei territori della parte serba della Bosnia Erzegovina, alla ricerca dei resti, anche solo un resto biologico, una piccola parte del corpo, di coloro che ancora mancano all'appello che sono circa mille. Una volta erano diverse centinaia ogni anno ma a ventuno anni dalla morte e dai molteplici spostamenti, eseguiti con le ruspe di Ratko Mladic, da una fossa comune a una più distante, allo scopo di rendere impossibile il ritrovamento, sono sempre meno i ritrovati.

Nei programmi di Mladic non si doveva proprio ritrovarli ma non sapeva che di li a poco sarebbe arrivata la tecnologia per il riconoscimento del DNA e sarebbe rimasto fregato. 

Polemiche a non finire anche quest'anno tra la parte islamica della Bosnia e la parte serbo bosniaca e naturalmente il governo della Serbia. Belgrado nega la definizione di genocidio ma anche nella capitale della Serbia c'è un piccolo partito che comincia a chiedere di ammettere che quello che accadde non può essere considerato alla stregua di atto di guerra "comune".

Lo scorso anno, assieme a presidenti come Clinton e il turco Davutoğlu,si era recato in visita anche il premier serbo Alexander Vucic, che durante la guerra stava con i peggiori e minacciava di uccidere cento musulmani per ogni serbo ucciso.

Vucic fu accolto bene salvo poi rimanere vittima di un lancio di oggetti che creò un caso che comunque lui stesso minimizzò subito affermando che potevano essere stati anche i suoi a prenderlo a sassate. Vucic sta portando la Repubblica di Serbia verso l'Unione Europea e questo non piace a tanti serbi e pochissimo a Vladimir Putin che appoggia invece il mini capo serbo bosniaco Milorad Dodik che sogna il suo piccolo Stato fondato proprio per iniziare la guerra contro islamici e cattolici in Bosnia Erzegovina, nel 1992, da Radovan Karadzic e il suo partito SDS.

Nello scorso anno centoventisette persone sono state chiamate per annunciare che qualcosa del loro parente, figlio, fratello, moglie o marito o cugino, era stato ritrovato chissà dove o anche diviso in più luoghi e che oggi sarebbe stato tumulato a Srebrenica. Pensate.... Strappati alle famiglie, ragazzini e vecchi, furono caricati su mezzi e portati alla fucilazione e poi gettati nelle fosse già pronte. 8372 persone di sesso maschile.

Questo definisce i fatti come GENOCIDIO e non come un evento bellico "normale". Su questo infuria la polemica e lo scontro Russia - USA laddove Putin pose il veto all'ONU e fu impossibile che la dichiarazione GENOCIDIO divenisse universale.

Mogli, figli, fratelli, non hanno saputo più niente di loro e hanno atteso ventuno anni per avere dei resti da seppellire e pregare.

Da quest'anno il governo bosniaco ha deciso di non diramare più inviti a personalità per questo giorno. Ognuno potrà venire se vorrà. Questo anche per cessare altre polemiche su chi invitare.

Una diretta TV per l'intera giornata e nelle case bosniache risuonano i nomi delle vittime che saranno tumulate oggi e finalmente finiranno  il loro lungo viaggio nell'orrore e riposeranno in pace omaggiati da decine di migliaia di loro compatrioti.

Domani avverrà altrettanto da parte serbo bosniaca in una località non lontana e finché la pacificazione, tramite assunzione di responsabilità di ognuna delle parti non avverrà, l'11 luglio sarà giorni di divisione e non pacificazione.

Certo che i satelliti di tutte le potenze avranno certamente visto bene, l'11 luglio 1995, cosa stesse accadendo a Srebrenica, le fosse pronte poco lontano, il corteo di mezzi e la folla di disperati che fino a poco prima pensavano di essere al sicuro con i caschi blu olandesi.

Si è lasciato che avvenisse, la guerra doveva finire, come infatti accadde tre mesi dopo, e perché finisse si doveva concedere a Radovan Karadzic e al suo capo Slobodan  Milosevic quella fetta di territorio popolato da islamici che disturbava la Republika Srpska proprio al confine con la madre patria Serbia. Forse nessuno chiese a Milosevic come sarebbe avvenuta la deportazione e forse i geniali governi occidentali non immaginavano che potesse avvenire anche per sterminio.

Fu lasciato che accadesse, come in Ruanda, qualcuno si ricorda del Ruanda, forse, e oggi in Siria, in Iraq, Libia e Nigeria...

D'altronde se lasciamo che migliaia di persone affoghino con i loro bambini e che chi sopravvive venga segregato in capannoni fatiscenti o anche lasciato per strada, come possiamo pensare che ci interessasse quello che accadeva a Srebrenica ventuno anni fa in queste ore.

Noi che non sappiamo ancora dove si trova la Bosnia Erzegovina.... che fra l'altro ha come attività in crescita il turismo per le sue bellezze naturali...

Così bella la Bosnia, terra di sangue e di miele...

Claudio Gherardini


Qui il video del reportage di un anno fa: https://youtu.be/Dj01m3x4Y0U



Foto di un anno fa quando furono 136 i resti tumulati. Foto di Vedran Jusufbegovic che mi coglie impietrito, solo, davanti alle 136 piccole bare.

06 luglio 2016

4 mesi disperati che poi saranno quanti ancora?

Idomeni è ovunque e sta avvelenando le menti e i corpi di migliaia di bambini, donne e uomini.

"Citizens -- without  home land
Hounded like sparrows  on maps time
Travelers without papers
Deads without ashroud
We are the victims of age--- each governor
Sell us and take the price !!!!!"


Il mio fraterno amico siriano Mohammad stamani mi ha scritto questo testo qui sopra. E' un farmacista di 46 anni, molto professionale, in fuga con suo figlio di 19, tecnico programmatore digitale, scappati dagli artigli di Daesh che li avrebbe volentieri catturati per usare le loro professionalità e poi gettarli in una fossa.

Si stanno sciogliendo negli hangar abbandonati delle periferie collassate della Grecia le ultime forze d'animo dei disperati.

Oggi nel centro di concentramento per siriani e iracheni in fuga dlla guerra in località Oreocastro, vicino a Salonicco, gli "ospiti" hanno scassinato un magazzino interno a gestione militare, pieno di cibo, varie merci utili e abiti. Quando la polizia greca è intervenuta non c'era niente da recuperare. I rifugiati sostengono che molta della merce sottratta al magazzino fosse in verità sottratta a loro. Secondo Mohammad a Oreocastro molti degli aiuti che arrivano rimangono in mano delle autorità militari.

Questa notte alle 2 circa Mohammad mi ha inviato questa foto allegata e questo nuovo testo nel suo inglese improbabile come il mio:

"This is my eid in greece far from my family and sadenss stuck in greece 5 month in tent sleeping dreaming to be some where is eu safe far from war and i wake up i find my self sleep in this tent oh how is hurt me this not eid is when eu governmet look for us like human bcuz we not animals".

Lamentava che i farmacisti greci non sapessero l'esatta composizione di ogni singolo medicinale in vendita dato che lui li conosce tutti. Ha fatto da infermiere e da consulente a tante persone a Idomeni e ora nel terrificante hangar di Oreocastro dove l'ultima volta che sono stato, fuori perché gli estranei non entrano, a venti metri da dove mi trovavo, mentre stavo telefonando a Popolare Network, un ragazzo si è tagliato le vene.

Ormai la sola soluzione per queste decine di migliaia di disgraziati rimasti intrappolati in Grecia, è pagare i trafficanti. Da loro punto di vista non si vede altro.

D'altra parte la gestione dei migranti rifugiati che sono milioni nel mondo è stata lasciata in mano alle mafie di tutte le aree del pianeta che stanno determinando la sorte di intere popolazioni. 

Una altro amico siriano mi ha chiesto oggi se ci sono problemi al confine tra Italia e Austria, dato che hanno raccolto i soldi per pagare uno smuggler che lo porti in Italia con sua sorella. L'altra sorella è riuscita non so come a arrivare a Monaco di Baviera e li sta aspettando e non ho capito bene come e dove alloggi.

Ci sono migliaia di minorenni a giro in Europa e ogni tanto in Grecia ne trovano uno e lo tengono in caserma per giorni prima che qualche autorità preposta se ne occupi. Poi ci sono quelli già comprati e magari rivenduti a pezzi.

Mohammad era di buon umore ancora un mese e mezzo fa ma oggi non sa che pensare e vive di sola pasta. Tutti i giorni pasta e gli Arabi odiano la pasta. A Salonicco poi si è già arrivati oltre i quaranta gradi di temperatura.

Non riesco a immaginare l'odore di un hangar con centinaia di persone ammassate con poca acqua e una doccia ogni tanto. Questa era la popolazione siriana bombardata dai MIG russi. Tutti mi hanno detto che erano aerei russi. Questi siriani avevano iniziato a sperare con quella che chiamano Rivoluzione, che iniziò 5 anni fa. Assad è un orribile fantoccio che ha massacrato il suo popolo e ovviamente piace molto allo Zar.

Ora sono stati riportati allo stato animale.

Questi disperati dato che sono arrivati in Grecia prima dell'osceno accordo con la Turchia, hanno il diritto di essere "ricollocati" in Paesi dell'Unione Europea, ma ci vorranno forse anni, vista la velocità del fantastico meccanismo di "accoglienza".

Intanto, a meno che abbia capito male, nessuno parla dei siriani ammassati al confine con la Turchia e che la Turchia non fa passare. Può darsi che mi sbagli ma dovrebbero essercene circa centocinquantamila, senza rifugio. 

Tra due fuochi, dietro Assad e i russi e davanti l'esercito turco.




Claudio Gherardini


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