26 agosto 2014

Bosnia Live 1. Una luce in fondo al tunnel? Fuochi fatui forse.

Kalesija. Tuzla. 26 agosto. Dodici ore di guida sono piacevoli se si percorre una terra bella e amata. Fortunatamente ha smesso di piovere da un paio di giorni dopo che tutta la Bosnia è stata oggetto di fitte precipitazioni praticamente per tutta l'estate con una ulteriore dose di alluvioni all'inizio di agosto dopo quella catastrofica del maggio scorso. Fortunatamente la prima metà del viaggio è stata in compagnia di due passeggeri "blablacar". Una globetrotter dalla storia interessante che sta a giro da quasi un anno. Nativa della Corea del Sud ma subito adottata da una coppia di americani composta dal padre di Honk Kong e dalla madre greca. Un destino di viaggiatrice garantito! La Bosnia Erzegovina è la portatrice di handicap più debole dei Balcani, trattati come poveri disgraziati, i bosniaci sono divisi ma quelli che non sono riusciti a trasferirsi altrove sono pieni di iniziative. Il destino qui è quello di correre per non essere raggiunti da uno dei guai incombenti. Qui in Bosnia la pompe di benzina della Gazprom svettano e si propagano a macchi d'olio assieme agli islamici simpatizzanti dello Islamic State, il califfato che sta svelando tutti gli istinti più feroci di tanti occidentali anti occidentali. L'Occidente deve essere proprio tremendo e qui gli antioccidentali serbi russofili si ritrovano e si detestano faccia a faccia con gli wahabiti e sembra che uno dei predicatori dell'IS che ha predicato in Italia sia ora qua. A fronte di questo panorama sta il panorama sbalorditivo delle bellezze naturali delle quali tutti i Balcani sono ricchissimi e la realtà di tanti giovani che stanno dando al turismo locale una forte impronta naturalistica e sportiva. La Bosnia Erzegovina vede crescere ogni anno il numero dei turisti molti dei quali cercano luoghi incontaminati per fare rafting, nella terra dei fiumi e dei laghi, e trekking sulle montagne dove si trova ancora qualche ghiacciaio permanente. Ma ieri è stata una giornata importante per le comunicazioni stradale europee. Tra Sarajevo e Zenica è stato inaugurato un tunnel autostradale lungo sei chilometri che farà parte del corridoio 5 che tra qualche anno collegherà Budapest con l'Adriatico tra Spalato e Ragusa, nel porto di Ploce. Le vie di grande comunicazione sono portatrici di pace, conoscenza e lavoro, di questo forse in Italia non si ha più memoria. La versione bosniaca è comunque divisa tra le due entità inventate dal trattato di Dayton, la Federazione di Bosnia Erzegovina e la Repubblica dei Serbi (bosniaci)e allora la gara per chi fa autostrade è in corso. Se il corridoio 5 passa solo per un breve tratto nella parte serbo bosniaca, il leader di quest'ultima, che mira alla rielezione al voto del prossimo autunno, sta portando avanti la sua autostrada che dovrebbe alla fine collegare anche Banja Luka a corridoio che sarà una vera rivoluzione chiudendo il triangolo autostradale che da Zagabria porta a nord verso Belgrado e a sud verso Ragusa. Il tunnel è un segnale di vita e di sviluppo in una palude dove si nascondono miscele esplosive. La nuova cortina tra ovest e est corre e divide al Bosnia Erzegovina e qui incontra anche l'islam. Il conflitto degli anni 90 invece di svegliare l'occidente è servito da prova generale per quelli attuali. Putin ha capito che in Ucraina poteva fare di meglio di quando fece il Cremlino nei Balcani e dato che a liberare Sarajevo l'occidente ha impiegato tre anni, a occupare terreno culturale e offrire sostentamento arrivarono gli islamici che sono riusciti a trasformate in buona parte l'islam balcanico, poco più di folklore in qualcosa di sempre più estremo. Intendiamoci, in Bosnia quasi tutti i musulmani sono pacifici, ma se pefino dall'Italia si parte per combattere e macellare i cristiani non è difficile che qua il terreno di reclutamento sia più fertile. Domani ci occuperemo della donazione a una famiglia che deve evitare che la casa sia travolta da un specie di frana dovuta alle piogge dello scorso maggio. cg

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