Saakashvili lo scorso 25 settembre, ha tenuto un memorabile discorso all'assemblea delle Nazioni Unite con il quale ha attaccato su tutti i fronti la Russia e la sua politica imperialistica, un pericolo non solo per la Georgia ma per tutti i Paesi dell'ex Unione Sovietica. I delegati russi se ne sono andati a metà discorso accusando Saakashvili di russofobia. Il discorso, l'ultimo da presidente della Georgia, visto che sta scadendo il suo secondo e ultimo mandato, è stato di una lucidità e chiarezza disarmante, ben distante dai soliti fumosi discorsi in politichese che siamo abituati ad ascoltare. Ha messo in evidenza l'estrema pericolosità del progetto neo-imperialista della Euro Asian union, in teoria una unione di Paesi euro-asiatici sotto l'egida della Russia che dovrebbe contrastare l'Unione Europea. In realtà, come dice in modo esplicito Saakashvili, un progetto che obbliga tutti quei Paesi dell'orbita russa ad abbandonare le loro aspirazioni di democrazia e libertà rappresentate dall'Europa e tornare sotto la dittatura della grande madre Russia, dice Misha ""It makes me sick when KGB officer Vladimir Putin lectures the world about freedom, values and democracy. But this new project [the Eurasian Union] is much more dangerous than his lectures". L'obiettivo dichiarato di Putin è sempre stato quello di minare la crescita sociale, economica e politica di tutti i Paesi dell'ex Unione Sovietica, come sta succedendo attualmente con la Georgia, la Moldova e l'Ucraina. Saakashvili ha poi sottolineato l'impossibilità di avere rapporti normali con la Russia, e che pure Yanukovich in Ucraina, nonostante sia ufficialmente filorusso, sia sotto continuo attacco dalla Russia. Lo stesso sta succedendo in Georgia, dove il governo di Ivanishvili, un miliardario che si è arricchito a Mosca ed è amico personale dello stesso Putin, ha cercato nell'ultimo anno di ristabilire rapporti di amicizia con la Russia,  senza successo, anzi, l'armata russa continua ad avanzare nel territorio georgiano, cacciando gli abitanti georgiani che trovano nel loro passaggio e distruggendo le loro case. L'ultima avanzata risale a pochi giorni fa, quando i soldati russi hanno unilateralmente spostato di una cinquantina di metri il confine al nord, occupando territori georgiani. Oltre a questo, i soldati russi mantengono il controllo delle due zone occupate dell'Ossezia del Nord e dell'Abkhazia. La Russia, secondo Saakashvili, mantiene una anacronistica mentalità imperialistica, che in Europa è scomparsa ormai da tempo, e che nella stessa Russia è destinata a scomparire, visto che la nuova generazione sembra rigettare queste idee e questi atteggiamenti del passato e presto Putin stesso sarà "ricordato come un fantasma del passato".

Questo discorso è indirizzato all'Europa, una Europa che sembra aver dimenticato il grande significato dell'Unione Europea basata sui valori della libertà e della democrazia e sul rifiuto di nazionalismi aggressivi, di dittature e di imperi. Molte nazioni ai margini estremi dell'Europa, ma anche nel Caucaso, continuano a combattere per quei diritti che gli europei danno per scontato (democrazia, libertà, diritti umani) e vedono nell'Europa il pilastro di questi valori, contrastati dalla Russia che non ha ancora abbandonato, anzi sembra aver rinverdito, una violenta e aggressiva mentalità imperialistica che mette in costante pericolo tutti i Paesi che la circondano.

Le imminenti elezioni presidenziali del 27 ottobre in Georgia hanno un'importanza cruciale, il candidato del Primo Ministro Ivanishvili sembra in vantaggio e una sua vittoria rappresenterebbe un altro passo verso la Russia. Ivanishvili stesso sembra avere idee confuse in politica estera, vuole che la Georgia entri nella Nato e nell'Unione Europea, ma pure nell'Unione Euro-asiatica, non vedendo l'assurdità di questa affermazione, infatti per la Russia l'Unione Europea rappresenta il demonio. Il candidato filo europeo e filo americano di Saakashvili sembra in forte difficoltà e non pare abbia grandi chance di vincere, ma le elezioni, come sempre, si decideranno negli ultimissimi giorni quando i georgiani dovranno decidere dove guardare, a ovest verso l'Europa o a nord verso la Russia.