21 luglio 2011

20 anni dopo. 6. Da Sarajevo a Kalesija

21 luglio 2011. Sarajevo

Lasciamo una Sarajevo estiva e piena di vita, nel bene e nel male. La
folla che scorre continua, con molti turisti, che occupa le strade del
centro, genera ottimismo. Alla sera il pubblico affolla i concerti e gli
eventi dell'Estate Sarajevese, concerti rock e mostre d'arte per
esempio. Domani 22 luglio inizia il Sarajevo Film Festival
diciassettesima edizione. L'evento è di risonanza mondiale per la
qualità dei film prescelti e per il fatto che è nato praticamente
durante l'assedio di quasi tre anni nei quali la capitale della Bosnia
Erzegovina umiliata, a sua volta proponeva sfacciatamente
all'aggressore, a Mladic e Karadzic, anche sfilate di moda e concerti.
Le ragazze passeggiavano bellissime tra le macerie della guerra in corso
ed oggi sfilano in minigonne strepitose in mezzo alla folla e nei
parchi, alla faccia dei giornalisti vaticani che scrivono di una
Sarajevo in burka, le ragazze confermano la sfacciataggine della loro
Libertà, 19 anni fa contro l'assediante sanguinario, oggi contro i
fondamentalismi di ogni parte. Ascoltatevi "Miss Sarajevo" cantata da
Bono e Pavarotti, aiuta.....

Non mancano abiti e veli islamici, ogni tanto, come li incontriamo a
Firenze. Il pericolo diabolico paventato dal Pastore Tedesco, non sembra
visibile. Il pericolo vero sono i mafiosi e i corrotti esattamente come
nel resto d'Europa e il pericolo sono i politici assetati di consenso
che vedono solo quello che gli pare, senza capire, nè qui, nè a
Brussels, che senza unità e compattezza l'Europa e l'Unione Europea sono
destinate a soccombere, non all'Islam ma all'economia globale, ai
mafiosi italiani, russi e cinesi. Se i Balcani fossero entrati in Europa
assieme a Romania e Bulgaria potevamo stare molto meglio molto prima e,
tranquilli, pensare a accogliere anche la Turchia, grande civiltà in
grado di creare la giusta miscela multiculturale e sventare il
famigerato "scontro di civiltà" che in realtà sembra più una fissazione
di alcuni esaltati che si sono persino convertiti al cristianesimo da
quanto erano impauriti poverini.

Lo scontro è quello che vede l'egoista genuino che vorrebbe cacciare i
migranti alla ricerca della sopravvivenza che riescono a sbarcare sulle
coste nord. Per le decine di migliaia che giacciono sul fondo del canale
di Sicilia, lo scontro è finito, riposino in pace. Gli altri vengono da
noi e scoprono che siamo come siamo..................

Oggi si parte per Kalesija, luogo sfigato per antonomasia.

Claudio gherardini

foto di marco quinti

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