16 luglio 2011

20 anni dopo. 1.

Trieste 15 luglio.

Dopo quasi due decenni di viaggi a cavallo dell'Adriatico, questa volta troviamo la "guerra" già a Trieste. Incontriamo cittadini bosniaci che vivono ormai in Italia da tanti anni, intellettuali e giornalisti che sono cresciuti e hanno lavorato nella Yugoslavia degli anni 80, spesso amici e colleghi di tanti altri yugoslavi che 20 anni fa presero una strada diversa, la tragica strada della violenza ceca. Oggi sono e siamo ancora costretti a battere la disinformazione e il revisionismo che vorrebbero fare un pastone indistinto tra aggressori (armati di carriarmati) e aggrediti ( armati di fucili, qualche volta). Il giorno 11 luglio è la data del massacro di Srebrenica. Può essere che da qualche parte nel mondo non si sappia niente in proposito ma a Cividale del Friuli si immagina che si sappia anche troppo bene l'accaduto. Invece la diaspora bosniaca è in movimento e protesta perchè qualche genio ha pensato bene di far suonare al Mittelfest di Cividale, il giorno 11 luglio 2011, l'orchestrina di Emir Nemanja Kusturica che nel suo repertorio inneggia all'eroe Karadzic, fra l'altro. Kusturica è un ottimo mestierante regista, bravissimo nel creare pastoni cinematografici nei quali si arriva sempre alla conclusione che nei Balcani sono tutti colpevoli e tutti innocenti, tutti sbronzi e tutti zingari, tutti cattivi, insomma. Proprio quello che da 20 anni vuole sentirsi dire l'occidente che così evita di prendere una volta per tutte le redini di una regione bellissima, popolata da gente bellissima, che è stata preda continua di tutte le forme di nazionalismo più feroci da secoli.

Far suonare Kusturica l'11 luglio al Mittelfest è stato un affronto che la giornalista e scrittrice bosniaca Azra Nuhefendic non ha potuto sopportare:

"Con indignazione e profondo sconforto abbiamo ricevuto la notizia che l’11 luglio, sul palcoscenico del Mittelfest, che si tiene a Cividale del Friuli, si sono esibiti Emir Nemanja Kusturica e la sua “No smoking Orkestra”. Proprio nella giornata nella quale si commemora il sedicesimo anniversario dal genocidio di Srebrenica dove, nel 1995, le forze militari dei serbi di Bosnia occuparono la città e uccisero oltre 8100 uomini e ragazzi, a Cividale si è esibito  Emir Kustruica, il quale da molti anni sfrutta i palcoscenici internazionali per negare il genocidio ed esaltare i criminali di guerra.

Con la canzone “Wanted man”, dedicata a Raša Dabić, la “No smoking Orkestra” glorifica Radovan Karadžić, l’ex presidente dei serbo bosniaci, oggi recluso nel Tribunale internazionale dell’Aja, dove deve rispondere di capi d’imputazione che vanno dal genocidio ai crimini contro l’umanità"

Ci sono ancora tanti fatti da chiarire e non ci sarà pace senza una storia condivisa che chissà quando mai si realizzerà, ma almeno quando ci sono delle certezze queste vanno difese.

Nessuno contesta un autore e regista, "ma un uomo senza morale", scrive Azra, paragonando il caso Kusturica a quello della regista hitleriana Leni Riefenstahl. Bravissima regista inaccettabile.

L'appello di Azra è raccolto da vari interlocutori importanti localmente, ma stenta a prendere corpo a livello nazionale. Noti esperti e giornalisti, scrittori che conoscono bene la situazione, sembra abbiano paura di inimicarsi qualcuno, spiegando che Kusturica è un poderoso intellettuale revisionista. La segreteria regionale del PD in un comunicato, chiede per Kusturica un comportamento simile a quello che al Festival di Cannes è stato tenuto verso il grande regista Lars Von Trier dichiaratosi improvvisamente filo nazista.

Ora i Balcani sono vicini a entrare in Unione Europea, se ancora esisterà, tra qualche anno e il realismo cinico vorrebbe che si mettesse una pietra sopra al passato. Sanno bene tutti i letterati e colleghi, ben più esperti e prestigiosi del sottoscritto, che le pietre sopra si mettono ai morti, che la pace proviene dalla giustizia. Non possiamo tollerare il revisionismo militante (pagato da chi poi?) di certe agenzie internet che lavorano per allontanare i nazionalisti serbi dall'Europa, ma ancor più non possiamo tollerare che registi alla moda spaccino apologia di genocidio a casa nostra approfittando della dabbenaggine e ignoranza di qualcuno e della differenza linguistica.

Vorreste che in Italia si accumunasse definitivamente i morti partigiani e quelli di Salò? Kusturica farebbe anche peggio, ci farebbe una canzone.
cg

Nessun commento: