12 dicembre 2010

l'aquila


muratore cerca lavoro ?

Posted by ShoZu

05 dicembre 2010

NESSUNO TOCCHI CAINO: INIEZIONI LETALI IN USA CON PENTOTAL PRODOTTO IN ITALIA

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NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS
La newsletter a cura di Nessuno Tocchi Caino
Provided by Nexta Media

NESSUNO TOCCHI CAINO: INIEZIONI LETALI IN USA CON PENTOTAL PRODOTTO IN
ITALIA
2 dicembre 2010: E' arrivato direttamente dalla casa madre americana,
con base a Lake Forrest in Illinois, l'incarico di produrre il Sodium
Thiopental da destinare ai penitenziari Usa, denuncia il dossier
'Commercio Letale' presentato oggi a Roma da Nessuno Tocchi Caino e
Reprieve.

Cosi' la Hospira Spa, casa farmaceutica con base a Liscate in provincia
di Milano, diventa la fonte piu' importante se non l'unica del Pentotal
per l'iniezione letale dopo la decisione del governo britannico di
imporre un controllo all'esportazione. Il Sodio Tiopentale e' il
barbiturico presente in tutti i protocolli di iniezione letale dei vari
stati Usa: nei protocolli con tre farmaci costituisce il primo
passaggio, mentre nei nuovi protocolli basati su un unico farmaco e'
proprio quello utilizzato.
Nella seconda meta' del 2010, a causa della mancanza degli
ingredienti-base del farmaco, la Hospira Inc., unica casa farmaceutica a
produrre il Pentotal negli Stati Uniti, ha annunciato che non sarebbe
stata in grado di tornare a distribuirlo prima di gennaio-marzo 2011.
Alcuni Stati sono stati cosi' costretti a sospendere o a rinviare le
esecuzioni per la mancanza assoluta di Pentotal o per l'imminente data
di scadenza del farmaco, altri hanno deciso di rifornirsi all'estero.
In un memorandum datato 30 settembre 2010, e' documentato che il
Department of Correction del Tennesse ha ordinato un quantitativo di
Pentotal proveniente da un fornitore estero, probabilmente britannico.
Il 2 novembre 2010 Reprieve, un'organizzazione umanitaria che si batte
contro la pena capitale e la tortura in tutto il mondo, ha reso pubblico
il contratto di vendita che prevede l'acquisto di 40 grammi di Sodio
Tiopentale, sufficiente per quattro 'applicazioni' o dosi, al prezzo di
18mila dollari. Lo Stato dell'Arizona si e' procurato un quantitativo di
Pentotal prodotto da un'azienda farmaceutica in Gran Bretagna, con il
quale il 25 ottobre 2010 e' stata eseguita l'iniezione letale nei
confronti di Jeffrey Landrigan nella prigione di Florence a Phoenix in
Arizona.
Dopo la decisione del governo britannico, denuncia Nessuno Tocchi Caino,
la Hospira e' dunque veramente la fonte piu' importante (fra poco
l'unica fonte) del farmaco per i penitenziari americani. Il 16 novembre
2010, Reprieve ha reso noto che la Hospira Spa, una sussidiaria della
multinazionale americana, era stata incaricata di produrre il Pentotal e
che, a partire da gennaio 2011, avrebbe iniziato a esportare la sostanza
negli Usa.
Un comunicato della societa' con sede a Liscate sottolinea che 'il
medicinale non ha alcuna indicazione d'impiego nella pena capitale e
Hospira non supporta il suo uso in questa procedura. Nella primavera del
2010, Hospira ha preso contatti con gli istituti di correzione negli
Stati Uniti per rendere nota la nostra posizione, come gia' fatto in
numerose occasioni nel corso degli anni, anche quando la societa' era
parte di Abbott'.
Per Giuseppe Riva, amministratore delegato della societa' milanese, 'e'
un problema tutto americano: non riguarda i nostri stabilimenti. Il
Sodium Thiopental viene prodotto per gli interventi chirurgici. L'uso
per la pena capitale e' improprio e avviene solo negli Stati Uniti. E
comunque, non riguarda l'esecuzione ma la fase della preparazione del
condannato. E' usato come anestetico: se noi smettessimo di fornirlo, lo
farebbero altri'. 'Chi produce coltelli da cucina e' responsabile se poi
qualcuno li utilizza per uccidere?', ha detto Riva. Sul caso Hospira di
Liscate, il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, ha presentato il 16
novembre 2010 un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, 'al
fine di impedire che il farmaco Sodium Thiopental sia utilizzato e che
quindi provochi la morte in violazione della costituzione e dei trattati
internazionali e valutare con urgenza se esistono le condizioni del
sequestro preventivo del farmaco'.
Un'analoga iniziativa e' stata presa dal Segretario di Nessuno tocchi
Caino, Sergio D'Elia. 'Se i vertici della Hospira Spa di Liscate
avessero la consapevolezza che il farmaco inviato/da inviare negli Stati
Uniti venga utilizzato per uccidere delle persone - indipendentemente
dal fatto che negli Stati Uniti a procurare la morte sarebbe lo Stato -
dovrebbero rispondere del reato di concorso in omicidio, anche nella
forma soggettiva del dolo eventuale', ha scritto D'Elia nel suo esposto
alla Procura della Repubblica di Milano, predisposto dall'avvocato
Giuseppe Rossodivita del Partito Radicale.
La difesa di Hospira, dicono le due organizzazioni, e' 'ipocrita e per
molti versi falsa perche' per anni Hospira Inc. e' stato il fornitore
esclusivo di anestetico per iniezioni letali; ora, la Hospira Spa di
Liscate ha rilevato la catena di produzione; il Pentotal e' un farmaco
obsoleto negli Stati Uniti per gli ospedali.
Insomma il Pentotal - si sottolinea nel dossier - e' usato praticamente
solo per fare iniezioni letali. Sarebbe dunque paradossale che proprio
l'Italia, mentre e' impegnata all'Onu per la Moratoria universale delle
esecuzioni capitali, si rendesse complice della pena di morte negli
Stati Uniti dove la carenza di veleno per l'iniezione letale sta
determinando una moratoria di fatto delle esecuzioni, fanno notare le
due organizzazioni'.
La conferenza stampa, tenutasi presso la sede del Partito Radicale, ha
visto gli interventi di SANDRA BABCOCK, Avvocato, Esperta in casi
capitali, USA; MAYA FOA, Rappresentante di Reprieve, UK; LIVIA FIRTH,
Ambasciatrice di Reprieve contro la pena di morte, UK; OLIVIERO TOSCANI,
Fotografo, autore della Campagna "We, on death row"; SERGIO D'ELIA,
Segretario di Nessuno tocchi Caino; ELISABETTA ZAMPARUTTI, Deputata
Radicale e Tesoriera di Nessuno tocchi Caino e ANGELO BONELLI,
Presidente Nazionale Verdi.
Per saperne di piu' : www.nessunotocchicaino.it

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

PENA DI MORTE: D'ELIA SU PRECISAZIONE HOSPIRA, "NESSUNA GARANZIA CHE IL
PENTOTAL PRODOTTO IN ITALIA NON SIA UTILIZZATO PER INIEZIONE LETALE
2 dicembre 2010: A Daniel Rosenberg, manager della Hospira di Lake
Forest (Illinois) che in un comunicato afferma che l'azienda "sta
valutando se vi sono soluzioni pratiche per assicurare che il farmaco
possa essere utilizzato solo nelle procedure mediche autorizzate", il
Segretario di Nessuno tocchi Caino, Sergio D'Elia, replica che
"occorrono garanzie più certe che il Pentotal non finisca per essere
utilizzato nei protocolli dell'iniezione letale." Secondo D'Elia, "per
anni la Hospira con sede in Illinois è stata il fornitore esclusivo di
anestetico per iniezioni letali e, dopo che la Hospira di Liscate ha
rilevato la catena di produzione dismessa in America, il Pentotal
prodotto in Italia potrebbe essere usato per uccidere esseri umani negli
Stati Uniti." "Cosa vuol dire – si chiede D'Elia - 'procedure mediche
autorizzate'? Essendo legale e autorizzata l'iniezione letale negli USA,
vuole anche dire che la parte del protocollo di esecuzione che prevede
la sedazione del condannato è una procedura medica autorizzata?".
Per saperne di piu' :
IRAN: IMPICCATA PER OMICIDIO RIVALE IN AMORE
1 dicembre 2010: una donna di 35 anni, Shahla Jahed, è stata impiccata
in Iran dopo essere stata riconosciuta colpevole dell'omicidio di una
rivale in amore. L'esecuzione è avvenuta alle 5 di mattina nel carcere
di Evin a Teheran, dove la donna era rinchiusa da otto anni.
Nel 2004 Shahla, che era la «moglie a tempo» di un famoso ex calciatore
iraniano, Nasser Mohammad Khani, era stata condannata a morte per aver
ucciso con un coltello Laleh Saharkhizan, moglie "permanente" dell'ex
attaccante della nazionale. Il «matrimonio temporaneo» è un tipo di
unione prevista dal diritto islamico sciita che dura per un certo
periodo di tempo (da poche ore a decenni), spesso usata per evitare
l'accusa di adulterio.
Il giorno prima dell'esecuzione, Amnesty International aveva chiesto
alle autorità iraniane di fermare l'esecuzione, considerati i "motivi
validi che suggeriscono una possibile errata condanna della donna".
Amnesty ha fatto presente che nel 2008 la magistratura aveva annullato
il verdetto e disposto nuove indagini, citando "errori procedurali".
Tuttavia nel febbraio 2009 Shahla era stata nuovamente condannata a
morte. Testimoni riferiscono che Shahla abbia pianto mentre veniva
portata al patibolo. L'esecuzione sarebbe stata effettuata dagli stessi
familiari della donna uccisa.
Per saperne di piu' :
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/iran/8173974/Iran-football-stars-wife-hanged-after-eight-year-campaign-to-save-her-life.html

CINA: CORTE SUPREMA ANNULLA 10% CONDANNE CAPITALI
26 novembre 2010: la Corte Suprema cinese ha annullato circa il 10%
delle condanne a morte emesse in Cina dal 2007, da quando cioè la Corte
ha nuovamente avocato a sé il diritto esclusivo di ratificare le
condanne capitali pronunciate dai tribunali di rango inferiore. Lo
riferisce il China Daily.
'Questo - ha detto Hu Yunteng, capo del dipartimento di ricerca della
Corte Suprema del Popolo - ha garantito che la pena di morte fosse
applicata solo nei casi piu' gravi'. Nel 1981, nell'intento di
contrastare l'aumento della criminalita', la Corte Suprema aveva
acconsentito che anche i tribunali di grado inferiore potessero
pronunciare condanne a morte definitive. Decisione che fu fortemente
criticata e considerata portatrice di errori giudiziari e quindi
revocata nel 2007.
Secondo Hu la maggior parte delle condanne a morte sono state annullate
per insufficienza di prove, per errori procedurali o perché la pena è
stata ritenuta troppo dura. 'Dobbiamo essere certi - ha detto ancora Hu
- che l'uso della pena di morte avvenga in maniera accurata e libera da
errori in modo da rispettare gli imputati e i loro diritti'.
La maggior parte delle esecuzioni in Cina riguarda reati violenti come
omicidio e rapina, sottolinea il giornale, tuttavia anche il traffico di
droga e alcuni casi di corruzione sono punibili con la pena di morte. Hu
non ha voluto chiarire quante siano le persone giustiziate ogni anno in
Cina. La cifra è classificata come segreto di Stato.
Per saperne di piu' :
IRAQ: CONDANNATI A MORTE TRE GERARCHI DI SADDAM
29 novembre 2010: tre gerarchi dell'ex dittatore iracheno Saddam Hussein
sono stati condannati a morte da un tribunale in Iraq in relazione alla
repressione dei curdi negli anni '80, durante il conflitto tra Iraq
e Iran. "L'Alta Corte Penale ha emesso condanne all'impiccagione nei
confronti di Saadoun Shaker, Mizban Khuder Hadi e Aziz Salih al-Noaman
dopo averli giudicati colpevoli di genocidio contro i curdi Faili", ha
dichiarato un funzionario giudiziario all'agenzia di stampa Xinhua. Nel
corso degli otto anni di guerra tra Iraq e Iran, i curdi Faili furono
costretti all'esilio in Iran o giustiziati dalle forze di sicurezza di
Saddam con l'accusa di non essere fedeli al regime iracheno. Shaker fu
negli anni '80 ministro degli interni dell'Iraq, mentre gli altri due
furono, nello stesso periodo, tra i capi del partito al potere Baath. La
fonte informa inoltre che nello stesso caso due fratelli dell'ex
dittatore iracheno sono stati giudicati non colpevoli. Altri imputati
nello stesso processo, incluso l'ex vice primo ministro Tariq Aziz, sono
stati condannati a pene detentive da 10 a 20 anni.
Per saperne di piu' :
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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA


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NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS e' un servizio gratuito distribuito da NEXTA MEDIA
Per non ricevere questa newsletter manda una mail a:
nessunotocchicaino@arte.it
specificando nel soggetto (subject) il tuo indirizzo email
Grazie per aver firmato per la moratoria all'ONU delle esecuzioni
capitali nel mondo.
Per maggiori informazioni: http://www.nessunotocchicaino.it
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17 novembre 2010

Fwd: L'Aquila chiama Italia - i Radicali rispondono



Claudio gherardini
Inviato da iPad


Inizio messaggio inoltrato:

Da: "Radicali Italiani" <info@radicali.it>
Data: 17 novembre 1950 21.00.00 GMT+01.00
A: claudiogherardini@gmail.com
Oggetto: L'Aquila chiama Italia - i Radicali rispondono
Rispondi a: info@radicali.it

Caro Claudio,

rispondendo all'appello dell'Assemblea cittadina dell'Aquila, portato al nostro Congresso da Paolo Della Ventura, come Radicali Italiani saremo ancora una volta al fianco delle vittime del terremoto e dell'illegalità il 20 novembre per le strade dell'Abruzzo.

Paolo Della Ventura

Non si tratta soltanto di manifestare per rivendicare i giusti diritti di una popolazione stremata, troppo rapidamente circondata dal silenzio.

Non si tratta soltanto di smascherare un inganno che troppo a lungo è stato propinato agli italiani, indotti a credere da una propaganda cinica che L'Aquila sia stata in gran parte ricostruita.

Non si tratta soltanto di chiedere che sia rispettato il diritto basilare della convivenza civile, il rispetto della legalità, contro procedure emergenziali che hanno svuotato lo stato di ogni legittimità democratica.

Non si tratta soltanto di ricordare ai potenti la forza della ragionevolezza, che dovrebbe portare sempre, almeno in democrazia, le buone ragioni a prevalere sulla prevaricazione e l'inganno: e quindi proroga della sospensione di tasse per chi non ha i mezzi per pagarle, dei mutui per chi non ha più la casa su cui sono stati accesi, diritto delle imprese che lavorano alla ricostruzione di essere pagate per la loro opera, degli albergatori che ospitano gli sfollati di essere pagati per i servizi di vitto a alloggio assicurati. Diritto dei cittadini colpiti dal terremoto a essere ascoltati da chi esercita un potere quasi assoluto sul futuro della loro terra e della loro vita.

Si tratta anche di rendere omaggio e testimonianza ad un lavoro di rinascita civile, democratica, nonviolenta che comitati e assemblea cittadina stanno assicurando non solo all'Aquila, ma a tutto il Paese.

La loro resistenza umana, oltre che politica, è certamente da esempio per tutti coloro che si battono quotidianamente, con umiltà e perseveranza tutta abruzzese, per un Paese migliore.

Sabato 20 novembre per le strade dell'Aquila manifesterà questa Italia. Noi ci saremo, anzitutto per contribuire, per ciò che è nelle nostre possibilità, a darle forza e voce.

Se vorrai partecipare sul nostro sito troverai tutte le informazioni. Se non potrai essere presente, nelle prossime settimane ti proporremo altri modi per dare il tuo sostegno.

SOS L'AQUILA chiama ITALIA
20 novembre 2010
L'AQUILA - MANIFESTAZIONE NAZIONALE
PARTENZA ORE 14 da PIAZZA D'ARMI

http://www.radicali.it/laquilachiamaitalia



Mario
Staderini e Michele De Lucia
_______________________
segretario e tesoriere di Radicali Italiani

 




Per non ricevere altre email inviare un messaggio a cancellami@radicali.it,
inserendo nel testo del messaggio l'indirizzo email del quale si vuole richiedere la cancellazione

16 ottobre 2010

antonio russo

Seguito da un pugno di ragazzini "di strada" Antonio andava in giro a
cercar guai......

ricordo Antonio Russo che in una settimana a Pristina mi ha dato energie
per una vita...........

Ho conosciuto Antonio Russo nel dicembre del 1998 a Pristina. Ero stato
inviato per vedere lo stato dei villaggi albanesi nel pieno della
oppressione delle milizie serbe, punta armata della "corrente di
pensiero" che sosteneva come lentamente gli albanesi avessero sfilato la
terra natìa ai Serbi con la pratica demografica della moltiplicazione
delle nascite, fino a diventare etnia di maggioranza e mettere alle
corde la serbitudine proprio nella sua culla, tra i suoi monasteri. Per
questo il Kosovo era da "ripulire", secondo la Belgrado di Milosevic,
Arkan, Seselj e compagnia bella...........
I villaggi spesso erano macerie delle quali al tempo non si occupava
quasi nessuno. Con l'aiuto di Antonio andammo a giro per le campagne e
arrivammo a Zatric, poche case semidistrutte dove gli albanesi kosovari
non avevano più nulla se non le macerie.

Quando incontri una persona ISPIRATA lo capisci subito. Antonio era come
un pesce nell'acqua nelle zone incasinate, un talento naturale ma non un
"professionista" classico. Capivi subito che era una anima libera da
ogni pregiudizio e da ogni laccio. Era "sovversivo" naturale in ogni
situazione repressa......... Un nemico naturale di qualsiasi
prepotenza.......

"Telefona pure con il mio telefono, tanto paga radio radicale" mi disse,
io approfittai un poco della sua battuta, ma sapeva che nessuna altra
testata avrebbe mai accettato uno come lui, nemmeno iscritto all'Ordine
dei giornalisti. Uno che la parola ORDINE non la concepiva mai,
figurarsi quando si trattava di fare il suo lavoro.

Ero un dilettante pivello al suo confronto, sembrava non aver paura di
niente e quando lasciai dopo pochi giorni il Kosovo, lasciai un pezzo di
me accanto a lui.

Quando ho saputo che l'avevano "incidentato" in Cecenia, mi sono sentito
molto più solo.

Miserabili vigliacchi coloro che uccidono i giornalisti. Vigliacchi
schifosi quando uccidono una persona libera e armata solo della sua penna.

Ora, da ateo, mi piace comunque immaginarlo con Baldoni e Anna e tutti
gli altri cantastorie morti ammazzati, a ridere delle democrature euro
orientali in qualche bettola vagante nel cosmo.

Le idee di libertà e giustizia non possono essere uccise mai, SONO
INVULNERABILI AHAHAHAHAHAH.

Questo è un bel problema per Pechino e Mosca......... etc etc........

claudio gherardini

04 ottobre 2010

lasci o raddoppi?

Il giorno martedì 19 ottobre dalle ore 20.30 alle 23.00 avrà luogo un incontro della Società per le Idee, nei locali EX3 in Viale Donato Giannotti, 83 - 50126 Firenze

http://goo.gl/maps/m5Ny


All'ordine del giorno:

Ripresa delle attività o chiusura della associazione?

(L'uso del locale prevede una donazione di cento euro alla Associazione EX3 pertanto sarebbe gradito un obolo all'entrata.)

A presto!

claudio

PS:

http://www.youtube.com/watch?v=Az6bDvP05no


--
Società per le Idee Associazione Culturale in Firenze email: claudiogherardini@societaperleidee.it fax: +391786081497 sede legale  c/o Studio Basegni Via Giambologna 37 50132 Firenze (FI)  codice fiscale 94163350484 IBAN IT45 Q050 1802 8000 0000 0125 888 www.societaperleidee.it

29 settembre 2010

15 settembre 2010

Calabria

Ciao!
Allora ti scrivo sulla Calabria, lato golfo di Santa Eufemia.
Vivendo sopra a un mercatino rionale e centro commerciale COOP a Firenze
e guidando nella mia città fra gli scooter saetta, il silenzio e
l'educazione della gente di Lamezia mi ha fatto molto piacere. Al bar mi
hanno dato del Voi e il caffè costava 60 centesimi........ Le strade
sono in gran parte pulite e il traffico scorre bene. Se non si sapesse
chi comanda davvero e quanti sono quelli che non fanno il proprio dovere
tra i dipendenti statali di tutti i tipi, si penserebbe a un posto
davvero gradevole dove poter abitare. Il profumo del mare e delle
piante, i fichi d'india maturi e la gassosa al caffè sono solo alcune
delle gioie da apprezzare. Il cibo e i vini, la natura e le spiagge sono
bellissimi.
Sono stato ospite di un carissimo amico e della sua bellissima famiglia,
che possiamo definire "vittima non cruenta" della mafia locale. Almeno
per ora….. non cruenta. Con lui sono andato a vedere un mancato
villaggio industriale di dimensioni enormi dove solo pochi lotti sono
utilizzati e ho visto una costellazione di carte bollate a immobili di
varia natura sotto sequestro. Basta guardare alle porte o ai cancelli e
se vediamo un foglio appeso è quasi certamente un atto di sequestro per
mafia o truffe attigue. Ci sono zone adibite a discariche a cielo aperto
ma quelle più pericolose sono le discariche nascoste, spesso radioattive
e tossiche. Villaggi apparsi dal niente con denari stranieri. Ma chi può
costruire indenne un villaggio turistico da queste parti? Russi,
spagnoli? Certo ma con "giroconti" di chi?
Poi ci sono gli edifici gemelli: paghi uno ma il prezzo è doppio e ne
nascono due, con i fondi europei.
Il periodico locale, Il Lametino, espone in tutte le edicole una
locandina dove il gestore della concessionaria FIAT di Lamezia dichiara
di cedere tutto e arrendersi alle pressioni di chi vuole sostituirlo.
Toyota a una famiglia e FIAT a un'altra. Le auto si comprano dalle
cosche. Lo Stato esiste ma è in minoranza.
A Firenze la gente sta incattivendosi sempre più, una amica livornese
guida impaurita tra i caroselli di bus turistici e scooter, i pedoni
sono a rischio sulle strisce pedonali, ma la mafia qui non si vede anche
se in Toscana ci sono già diversi sequestri importanti e certo sono solo
punte di un iceberg. La Toscana piace ai sovrani, alle star e ai boss, a
tutti.
Bisognerebbe fare scambio casa con i calabresi per qualche mese e così
ci capiremmo meglio. Ma questo vale per tutti i popoli e tutte le
terre……….. Spero di tornare presto al Sud. cg

Antimafia Duemila - Anniversario omicidio Puglisi

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/30588/48/


Claudio gherardini
Inviato da iPad

05 settembre 2010

spiegazione di Gaber 1991

Ecco la spiegazione di quanto accade oggi, spiegata già nel 1991:

http://www.youtube.com/watch?v=Az6bDvP05no


saluti settembrini a tutti


cla
--  Società per le Idee Associazione Culturale in Firenze email: claudiogherardini@societaperleidee.it fax: +391786081497 sede legale  c/o Studio Basegni Via Giambologna 37 50132 Firenze (FI)  codice fiscale 94163350484 IBAN IT45 Q050 1802 8000 0000 0125 888 www.societaperleidee.it

26 luglio 2010

clagher ti ha inviato il video "sonia brex-naif_trailer1.mp4"

YouTube Centro Assistenza | Opzioni email | Segnala spam

clagher ha condiviso con te una di video su YouTube:

Frau Brex,
the comic Character created by Piero Tonin
in
"NAIF"- Sonia Brex new Album
10 September on Piranha Musik !
© 2010 YouTube, LLC
901 Cherry Ave, San Bruno, CA 94066

24 luglio 2010

Fwd: ULTIMA SERA DI ITALIA WAVE: INGRESSO GRATUITO ANCHE ALLO STADIO PER I CONCERTI DEL MAIN STAGE!



Claudio Gherardini
Inviato da iPhone

Inizio messaggio inoltrato:

Da: "Ufficio stampa \"Italia Wave\"" <press@arezzowave.com>
Data: 24 luglio 2010 14:55:56 GMT+02:00
A: <Undisclosed-Recipient:;>
Oggetto: ULTIMA SERA DI ITALIA WAVE: INGRESSO GRATUITO ANCHE ALLO STADIO PER I CONCERTI DEL MAIN STAGE!

 

 

 

 

ULTIMA SERA DI ITALIA WAVE: INGRESSO GRATUITO ANCHE ALLO STADIO PER I CONCERTI DEL MAIN STAGE!

Annullati i biglietti, saranno rimborsati:

 il festival chiude con una festa per il pubblico e per tutta la città!

 

L'ultimo giorno di Italia Wave 2010 sarà completamente gratuito, anche lo stadio comunale che ospita il Main Stage con i concerti di Hanggai, Après la classe, Julian Marley e Ojos de brujo sarà ad accesso libero.

 

È quanto ha deciso questa mattina il direttore artistico del festival, Mauro Valenti: "Siamo a Livorno da tre anni, è stata una bellissima scoperta, abbiamo conosciuto tanta gente con cui abbiamo stretto ottimi rapporti. Vogliamo chiudere il festival e questo primo ciclo a Livorno con una festa per tutti, per il pubblico di Italia Wave e per tutta la città. Pensiamo di aver portato una ventata di aria fresca, artisti da tutto il mondo che hanno avuto modo di conoscere questa splendida città di mare".

È un invito soprattutto diretto a tutta la città, alle famiglie, ai bambini. Musica, cinema, dibattiti, fumetti: tutto ad ingresso libero dalle 10 del mattino fino a tarda notte nelle varie zone della città che ospitano gli eventi di Italia Wave: la Rotonda d'ardenza, la Fortezza Vecchia, lo Stadio Comunale.

 

Un messaggio a tutti in questi tempi di crisi. I biglietti e abbonamenti acquistati saranno rimborsabili domenica 25 luglio presso le biglietterie dello stadio Armando Picchi (Via dei pensieri, curva nord).

 

Tutto il programma della giornata su www.italiawave.com 

.

 

 

UFFICIO STAMPA 
Italia Wave Love Festival
Fondazione Arezzo Wave Italia
_____________________________
Silvia Poledrini
Via Buonconte da Montefeltro 4/10
52100 - Arezzo

Tel.: +39 (0) 575 401722
Fax. +39 (0) 575 296270
silvia@arezzowave.com
www.italiawave.com

<55_iw2010_25_fi_li.doc>

Fwd: ULTIMORA: INGRESSO GRATUITO ALL'ULTIMA SERATA DI ITALIA WAVE! JULIAN MARLYE, OJOS DE BRUJO, APRES LA CLASSE



Claudio Gherardini
Inviato da iPhone

Inizio messaggio inoltrato:

Da: "Ufficio Stampa \"Italia Wave\"" <press@arezzowave.com>
Data: 24 luglio 2010 14:35:42 GMT+02:00
A: claudiogherardini@gmail.com
Oggetto: ULTIMORA: INGRESSO GRATUITO ALL'ULTIMA SERATA DI ITALIA WAVE! JULIAN MARLYE, OJOS DE BRUJO, APRES LA CLASSE
Rispondi a: "Ufficio Stampa \"Italia Wave\"" <press@arezzowave.com>

Comunicato stampa:


GRAN FINALE ITALIA WAVE

JULIAN MARLEY
OJOS DE BRUJO

HANGGAI - APRES LA CLASSE

e tanti altri ospiti!

 

Domenica 25 luglio a Livorno

 

ULTIMORA: INGRESSO GRATUITO

DOMENICA ANCHE AI CONCERTI DEL MAIN STAGE

 

 

Si chiude domani domenica 25 luglio con una giornata di incontri, letteratura, cinema e… una scorpacciata di buona musica, l'edizione 2010 di Italia Wave Love Festival, a Livorno. Tutto ad ingresso gratuito! Anche i concerti di Julian Marley, Ojos De Brujo, Hanggai e Apres la classe allo Stadio, per i quali era previsto in origine un biglietto di 12 euro.

Una festa per tutto il pubblico di Italia Wave e per la città di Livorno che ha ospitato il festival per questi primi 3 anni, un messaggio a tutti in questi tempi di crisi. I biglietti e abbonamenti acquistati saranno rimborsabili presso le biglietterie dello stadio Armando Picchi.

 

Il programma prevede allo stadio nel Main Stage del festival il concerto di Julian Marley (ore 22,20), il più giovane erede del leggendario Bob. Da sempre immerso nella musica, si narra abbia registrato la prima canzone a 5 anni, nella casa di famiglia a Kingston. L'influenza del padre è evidente, ma il reggae di Julian è ricco di spunti innovativi e trame originali. Marley junior è presente a Italia Wave anche per un tributo al festival reggae Rototom Sunsplash di cui si parla nel pomeriggio di domenica alla Fortezza Vecchia di Livorno con il direttore artistico Filippo Giunta.

 

A proposito di Rototom Sunsplash impossibile non ricordare il gruppo che alle 19,30 apre la serata del Main, gli Arawak, vincitori del Rototom Sunsplash contest. Alle 20 ecco invece il punk rock in salsa mongola dei cinesi Hanngai, seguito a ruota (ore 21) dalla patchanka ska degli Après la classe. A chiudere il festival (ore 23,55), da Barcellona, il cocktail reggae, hip hop e flamenco degli Ojos de brujo.

 

Dallo stadio alla Fortezza Vecchia, dove alle 18,30 partono gli eventi di Cultwave (ingresso gratuito): protagonista ancora Julian Marley, ospite dell'incontro "Exodus: storie da Rototom Sunsplash", che Italia Wave dedica al più importante festival reggae europeo, costretto a emigrare in Spagna. Intorno al tavolo anche Filippo Giunta (direttore artistico Rototom Sunsplash), Mauro Valenti (direttore artistico Italia Wave) e Giuliano Giuliani.

A seguire (ore 19,30) Roberto Calabrò presenta il libro "Eighties Colours. Garage, beat e psichedelia nell'Italia degli anni Ottanta". Dalle 21.30 i film di Cinewave: "Transylvania" (di Tony Gatlif, 2006) e "Exils" (di Tony Gatlif, 2003).

Matinée rock invece alla Rotonda d'Ardenza: dalle ore 10 ruggisco no i gruppi del Wake Up Stage (ingresso gratuito): Alibi Fulmine (Liguria), Circolo vizioso della farfalla (Molise), Noir (Valle d'Aosta), oltre ai Criminal Jokers.

Sempre alla Rotonda, dalle 15 (ingresso gratuito) ancora musica con Ognun Ferraille, I Venus, Il Pan del Diavolo, Krikka Reggae, Sir Oliver Skardy & Fahrenheit 451.

 

 

 

UFFICIO STAMPA 
Italia Wave Love Festival
Fondazione Arezzo Wave Italia
______________________________
Silvia Poledrini e Alessandra Pistocchi
Via Buonconte da Montefeltro 4/10
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19 aprile 2010

italiawave 2010!

Comunicato stampa (vedi allegato):  ITALIA WAVE LOVE FESTIVAL 2010 ECCO I PRIMI NOMI!  22 LUGLIO OK GO! (unica data italiana) EDITORS GROOVE ARMADA (unica data italiana)  23 LUGLIO FAITHLESS (unica data estiva in Italia)  24 LUGLIO UNDERWORLD (unica data italiana)  25 LUGLIO OJOS DE BRUJO JULIAN MARLEY  Un giorno in più per Italia Wave Love Festival 2010: dal 21 al 25 luglio cinque intense giornate di grande musica dal vivo con tre band in data unica e un’esclusiva estiva.   Approdano a Livorno gli Underworld, pionieri della musica elettronica moderna che con Born Slippy in Trainspotting sono diventati la colonna sonora di un’intera generazione, i Faithless, profeti e guru  della dance che ritornano dopo il grandissimo successo di ‘God is a dj’ con un attesissimo nuovo album ed i Groove Armada con il fresco di stampa Black Light dal vivo con il nuovo spettacolo tra rock ed elettronica. Ed ancora da Chicago gli Ok go!, resi celebri dai videoclip autoprodotti a basso costo grazie ai quali hanno scalato le classifiche americane ed europee diventando un vero fenomeno in rete vincendo il YouTube Video Awards, parodiati anche dai Simpson e con un nuovo lavoro uscito a gennaio: “Of the blue colour of the sky”. E sempre dalla vette delle classifiche l’attesissimo ritorno in Italia dei beniamini della neo-wave inglese, gli Editors, che con l’ultimo disco ‘In this light and on this evening’ si confermano una delle band più innovative del panorama rock internazionale.  Vanno ad aggiungersi alla programmazione di Medwave, il progetto musicale dedicato al Mediterraneo che si svolgerà la prima serata del festival (21 luglio) con la produzione inedita di Daniele Silvestri e Orchestra di Piazza Vittorio e con artisti in esclusiva provenienti da Marocco, Francia, Algeria, Spagna e Libano come Hindi Zara, Amazig, La Kinky Beat e I-Voice. E poi ancora Italia Wave 2010 propone il concerto-fiesta dei Ojos de brujo e il reggae di Julian Marley, figlio del mitico Bob per festeggiare e ballare insieme al festival reggae Rototom Sunsplash domenica 25 luglio. Sono tutti ospiti che si esibiranno sul Main Stage: rock, elettronica, musiche dal mondo, reggae e festa per il festival italiano con il biglietto più basso. Sono i primi nomi di un cartellone che conterà più di un centinaio di eventi tra musica e altre arti, tra ospiti affermati e il meglio della musica emergente dall’Italia e dall’Europa.  Gli spettacoli di Italia Wave si svolgono infatti tutti i giorni dalle 10 del mattino nei palchi musicali ad accesso gratuito Wake Up stage e Psycho stage collocati vicino al mare presso la Rotonda d’Ardenza, proseguono nel pomeriggio con l’area dedicata a fumetto, letteratura, cinema e “incontri d’autore” nella Fortezza Vecchia al porto di Livorno sempre ad entrata libera e infine la sera si può accedere al Main Stage dello stadio comunale gratuitamente il primo giorno con gli ospiti di Medwave (21 luglio) e con un abbonamento di 60 euro (fino al 30 giugno) per le successive 4 serate (22 - 25 Luglio). Anche i singoli biglietti sono decisamente a prezzo contenuto: 22 euro l’ingresso allo stadio per le serate di giovedì 22 (OK GO!, EDITORS, GROOVE ARMADA) e venerdì 23 luglio (FAITHLESS). 25 euro per il Sabato 24 (UNDERWORLD) mentre domenica 25 luglio, giornata conclusiva dell’edizione 2010 (OJOS DE BRUJO e JULIAN MARLEY) si spendono 12 euro.  Uno sforzo sensibile per mantenere prezzi contenuti pur con nomi di caratura internazionale, la prima serata ad ingresso gratuito anche allo stadio e il resto della programmazione ad accesso libero. Anche l’accoglienza di chi verrà con tenda e sacco a pelo a Livorno, curata per il terzo anno Arci Livorno, sarà di qualità e a costo accessibile per tutti: il campeggio del festival costa infatti 7 euro al giorno e 30 euro per restare tutte e 5 le giornate del festival.   Insomma, tutto pronto per una vacanza musicale di primo piano, tra live di grandi artisti internazionali e la scoperta di giovani talenti emergenti con l'entusiasmo e la vivacità culturale che da anni caratterizzano Italia Wave collocandolo tra i più importanti festival d'Europa. Le prevendite sono aperte dal 15 aprile sui circuiti Booking Show (www.bookingshow.com), Ticket One (www.ticketone.it) e Box Office (www.boxoffice.it).  Tutti gli aggiornamenti su www.italiawave.com   

09 aprile 2010

06 aprile 2010

03 aprile 2010

clagher ti ha inviato il video "Lugubre alleanza oscurantista"

YouTube Centro Assistenza | Opzioni email | Segnala spam

clagher ha condiviso con te una di video su YouTube:

Si stanno richiamando gli spettri delle crociate contro il libero arbitrio e contro gli infedeli. La Lega è istintivamente precipitata nella spirale oscurantista più gradita agli inquisitori rimasti in Vaticano ai quali non pare il vero di accondiscendere a alleanze xenofobe pur di rivendicare il diritto al controllo sulla vita altrui.
© 2010 YouTube, LLC
901 Cherry Ave, San Bruno, CA 94066

27 marzo 2010

esiste un populismo buono?????

IL turpiloquio è migliore se è di sinistra? La demagogia e il culto della persona e del leader sono migliori a sinistra che a destra?

11 marzo 2010

evento 15 marzo

Il Circolo ARCI “Due Strade”

Circolo ANPI “Ivo Soldi”

L’ANPI sezione Oltrarno

il Coordinamento Antimafia di Firenz

vi invitano all’incontro sul tema

Nel ricordo di


PIERO CALAMANDREI


salviamo la nostra COSTITUZIONE!


con la partecipazione di


Silvia CALAMANDREI

dell’Associazione Calamandrei - Barile


Stefano MERLINI

Costituzionalista dell’Università di Firenze


Stefano PASSIGLI

Già Senatore della Repubblica


Silvano SARTI

Partigiano, Presidente dell’ANPI Provinciale di Firenze


Brani scelti saranno letti dall’Attore

Italo DALL’ORTO


Conduce

Fiorenza SOCCI

Istituto per l’Informazione Giuridica del CNR di Firenze



Lunedì 15 Marzo 2010, ore 21

Circolo ARCI Due Strade

Via Senese 129/r, Firenze



Chi di firme ferisce, di firme perisce - Lista Bonino Pannella

11 febbraio 2010

Il mio fraterno amico Sandro da Spalato mi invia questo articolo di Paolo Rumiz dal Piccolo di Trieste che invito molto caldamente a leggere.

Sandro Damiani 11 febbraio alle ore 12.53

Io ti suggerisco il pezzo di Paolo Rumiz (Il Piccolo) di Trieste:


Foibe e Risiera, la strana ”simmetria” per pacificare la memoria sugli ex confini
di Paolo Rumiz

Per arrivare a una pacificazione non è sufficiente onorare soltanto i morti delle Foibe e della Risiera
A due settimane dal Giorno della Memoria, il 10 febbraio ritorna il Giorno del Ricordo dedicato agli esuli d’Istria e Dalmazia e ai morti nelle foibe. Torna con la sua carica di emozioni forti e il suo seguito di dispetti diplomatici fra Italia, Slovenia e Croazia. Ogni volta la stessa storia. Quasi un tormentone a orologeria. 

Come noto, per metterci una pietra sopra, Roma chiede a Lubiana e Zagabria di concordare un atto simbolico di omaggio ai due luoghi contrapposti della barbarie: le foibe appunto, e la Risiera di Trieste, unico forno crematorio nazista in terra italiana. Un doppio atto catartico, si afferma. Una contrizione equanime e simmetrica, come i due piatti di una bilancia.

Ma è qui il punto. So bene che molti non saranno d’accordo, ma a mio avviso quella tra le foibe e il Lager triestino è una falsa simmetria. Mi spiego. Noi chiediamo ai nostri vicini di riconoscere una colpa loro, e in cambio offriamo di dolerci di una colpa niente affatto nostra. La Risiera è un simbolo pesante. Ma ha un difetto: venne gestita da tedeschi, e Trieste era territorio del Reich.

È difficile che funzioni. È come saldare un debito con moneta altrui. Perché non si cerca altro? Strano che l’Italia antifascista non ci pensi. Di luoghi alternativi ce n’è d’avanzo. Per esempio l’infame e italianissimo campo di concentramento di Gonars in Friuli, dove civili sloveni e croati furono fatti morire di fame; o il villaggio di Podhum sopra Fiume, una Marzabotto firmata Italia del ‘42, con cento civili fucilati, incendio e deportazione dei sopravvissuti.

Sarebbe facile, ma temo che se le nostre controparti ci dicessero davvero “offriteci un pentimento un po’ più italiano”, saremmo colti da amnesia collettiva. Da troppi anni il Paese evita il nodo del pentimento; si genuflette ad Auschwitz ma sorvola sui delitti del Ventennio. Squalifica i liberatori, li trasforma in occupatori, minimizza quel regime che pure Fini ha dichiarato “male assoluto”, e anziché chiedere scusa si limita a costruire un’agiografia di “fascisti buoni” salvatori di ebrei, o dedica strade a propagandisti del Ventennio.

Ma questo crea un rischio concreto: che il 10 febbraio vada in collisione col 27 gennaio, o addirittura lo neghi. L’equivalenza criminale tra foibe e lager triestino sembra fatta per tirarsi dietro un’equivalenza politica: nazifascismo=comunismo, mali assoluti entrambi. Ma come possiamo sostenerlo senza negare proprio l’evento fondativo del Giorno della Memoria, e cioè che il 27 gennaio a entrare ad Auschwitz fu l’Armata Rossa?

Non basta. Il 10 febbraio lascia intendere che pure noi italiani abbiamo avuto la nostra Shoah. Le nostre vittime, si dice, furono “martiri”. Ma il termine indica l’accettazione della morte in nome di un’idea, cosa che non fu, tanto è vero che non viene applicato nemmeno ai morti di Auschwitz. Difendere questa parola non rischia di sminuire l’orrore incommensurabile dell’Olocausto?

Da noi tutto è soggetto a lifting, dalla faccia dei primi ministri alle leggi finanziarie: figurarsi il Ventennio. In questa cosmesi Trieste ha una funzione-chiave. Qui i liberatori dell’Est e dell’Ovest andarono a scontrarsi e la ferocia vendicativa dei primi si scatenò come sappiamo. Ciò ne fa una piazza irrinunciabile per la Destra. Il posto ideale per equiparare i partigiani ai briganti e riciclare i fascisti come difensori della frontiera minacciata dal comunismo.

Ma se questo è il fine, allora il 10 febbraio e il 27 gennaio rischiano entrambi di svuotarsi di senso e ridursi a un’autoassoluzione. In fondo la colpa dei forni crematori è tedesca, quella delle foibe slava, e dunque possiamo sempre concludere: innocenti noi, barbari loro. Deponiamo corone d’alloro e torniamo a casa contenti di essere stati, ancora una volta, italiani “brava gente”.

Pensiamoci un attimo. Siamo l’unica nazione europea che ha ben due giorni dedicati alla Memoria. E siamo anche gli unici a servircene non tanto per chiedere scusa quanto per esigere scuse da altri. Ma allora a che serve questo nostro 10 febbraio? A celebrare morti e confortare profughi, come è doveroso, oppure ad assolvere gli stessi squadristi che plaudirono alle leggi razziali?

L’Italia ignora che quelle leggi furono proclamate settant’anni fa proprio a Trieste ed ebbero un tragico preludio nella repressione contro sloveni e croati fin dal 1920, con diciotto (!) anni di anticipo sulla Notte dei Cristalli. E pochi sanno che i “nostri” ebrei furono portati a morire sulla base di liste tutte italiane, accuratamente redatte nel ’39 dall’ufficio “anagrafe e razza”. Perché non lo si dice chiaro?

Perché quel giorno infausto, di cui è appena trascorso il settantesimo anniversario, è stato ricordato in tono minore? Perché non s’è detto chiaro che quel tragico annuncio in piazza Unità ebbe in risposta non un silenzio attonito ma sette – ripeto, sette - ovazioni? C’è chi dice che le leggi razziste dipesero dall’influenza tedesca, ma Mussolini fu esemplarmente chiaro: “Coloro i quali credono che noi abbiamo obbedito a imitazioni – disse - sono poveri deficienti cui non sappiamo se dirigere disprezzo o pietà”.

Oggi in Italia si bruciano barboni, le ronde vanno a caccia di “musi neri”, nelle banlieues è scattata l’emergenza etnica, la presidenza del consiglio invece di unire il Paese lo spacca drammaticamente. Lo stesso Fini e parte della Destra sono preoccupati. Ma non è proprio questo che li dovrebbe obbligare a tener desta la memoria per evitare derive balcaniche al Paese? I Balcani non sono forse una tragedia etnica costruita sul cattivo uso della memoria?

Invece l’antislavismo resta un pregiudizio vivo a Nordest, e Trieste continua a essere un tappo formidabile sulla Ostpolitik italiana. Il Muro è caduto vent’anni fa, il confine con la Slovenia è caduto, ma la “svendita dell’italianità” è ancora il termine insultante con il quale certa nostra imprenditoria, per invocare protezionismi, bolla in nome della patria ogni tentativo di accordo di frontiera, lasciando così in apnea il porto di Trieste.

Non si capisce una cosa ovvia. La potenza tedesca si basa su un pilastro: l’aver chiesto scusa. È questo che ha dato credibilità all’espansione economica di Berlino a Oriente. Noi – che con tutta evidenza ci siamo macchiati di colpe minori - non l’abbiamo fatto, con la conseguenza che l’allargamento dell’Unione europea a Est va a due velocità. A Nord arriva alle porte di Pietroburgo; a Sud non arriva a Punta Salvore.

Lo chiamano ricordo, ma quante rimozioni! Non si dice che nel ’19, dopo i bei Ragazzi del Novantanove, sulla frontiera arrivarono uomini neri a portare arroganza, sopraffazione e morte. Si omette che decine di migliaia di austriaci se ne andarono da Trieste a guerra finita perché l’Italia aveva chiuso le loro scuole, dopo che Vienna aveva lasciato fiorire la lingua italiana.

Si dice che Trieste fu “redenta”, ma non aveva nulla da cui redimersi. Il porto funzionava, Vienna investiva cifre enormi nello sviluppo, la rete ferroviaria era al top. Il fascismo invece castigò l’Adriatico: la flotta passò al Tirreno e Genova con Napoli saldarano il conto della sconfitta navale di Lissa, inflitta 50 anni prima dagli istro-dalmati sotto il vessillo dell’aquila bicipite.

Perché oggi si dedicano discorsi persino ai papalini uccisi a Porta Pia, ma non agli istriani, dalmati, goriziani e triestini che morirono sul fronte russo per obbedire al loro imperatore? Per essi nemmeno un fiore sui Carpazi. Vanno dimenticati solo perché disturbano l’immagine di Trieste italianissima? Quanta storia inghiottita da un buco nero.

Giampaolo Pansa fa le pulci alla Resistenza. Benissimo. La storia va sviscerata senza paura. Il problema è che pochi fanno le pulci al fascismo. Chi parla delle repressioni nella Trieste operaia, degli assalti agli sloveni e della loro lingua negata? Chi dei cognomi italianizzati in massa, o dei lager del Duce dove tanti bambini stranieri morirono di stenti tra il ’41 e il ’43? Silenzio indecente su tutto, anche sui 300 criminali di guerra mai passati in giudicato, o sugli squadristi riabilitati nel dopoguerra.

È dal ’45 che la Destra persegue coerentemente questa rilettura. Ora ha in gran parte raggiunto il suo obiettivo. A furia di insistere ha ottenuto di fissare il Giorno del Ricordo al 10 febbraio, data del “tradimento” (il trattato di pace che ha ceduto terre a Tito) che mi pare scelta apposta per fomentare revanscismi. Nulla è più pertinace della memoria dei Vinti.

Il risultato è che oggi l’Italia accetta di celebrare le foibe evocando solo la barbarie slava e ignorando quella italiana. Onestà vorrebbe che nel gioco delle scuse incrociate si sostituisse la falsa simmetria con una simmetria autentica. Solo così il dopoguerra, a mio avviso, potrà dirsi finito sulla frontiera. Senza onestà la memoria resta zoppa, e il giorno del Ricordo potrà creare tensioni ancora a lungo. A meno che non sia proprio questo che si vuole.

06 febbraio 2010

Adriano Sofri parla di Marek Edelman

Marek Edelman adriano sofri wlodek goldcorn ryba ludmila varsavia polonia nazismo fascismo

Giovedì 21 gennaio 2010 ore 18 alle Oblate Firenze presentazione di “C’era l’amore nel ghetto” di Marek Edelman
Con Adriano Sofri, Wlodek Goldkorn e la traduttrice Ryba Ludmila


Dalla prefazione a “C’era l’amore nel ghetto” di Marek Edelman, Sellerio -la memoria pp.180 di Wlodek Goldkorn e Adriano Sofri .

Marek Edelman è morto la sera del 2 ottobre 2009 a Varsavia, all’età di 90 anni. È stato lucido e attivo fino alla morte. Non è un modo di dire. Si preparava a venire in Italia. Abbiamo dovuto aggiungere queste righe iniziali quando il libro era già composto. E abbiamo deciso di lasciare le righe seguenti così com’erano, senza correggere il modo presente in cui parliamo di lui. Non per echeggiare gli slogan consolatori, «Marek è vivo», di cui avrebbe riso. Marek è morto. Ma passerà molto tempo prima che ci abituiamo alla sua assenza. Era l’ultimo, per così dire. È morto il guardiano della memoria. Tuttavia bisogna che siano altri a custodirla, come sono capaci.
C’è uno spreco e un cattivo uso delle parole e delle analogie, quando si parla della Shoah: un impiego della retorica che privilegia la metafora a scapito della vita e delle vite. Si dimentica, o si ignora, che anche nel ghetto ci si innamorava, si litigava, si faceva politica, si sognava. Si sperava in un avvenire, addirittura. Ecco: il ghetto che cos’era? L’anticamera della morte? Certo, anche. Ma era, in condizioni davvero disumane, anche una vita supplementare, una prosecuzione della vita che gli ebrei conducevano prima della guerra. E a sua volta quella vita non era stata il preludio della catastrofe, e non può esservi ridotta. Tra le due guerre mondiali, in Polonia esistevano e fiorivano teatri yiddish; si producevano – assieme agli studios di Hollywood – film sonori in yiddish; c’erano reti di biblioteche, case editrici, associazioni sportive, sindacati, partiti politici. C’era una nazione di tre milioni di persone che parlava, pensava, scriveva, sognava, faceva politica e progettava il futuro in yiddish.
Ogni anno, da decenni, il 19 aprile a mezzogiorno, Marek Edelman porta un mazzetto di narcisi gialli ai suoi amici a ai suoi compagni, alle donne e agli uomini con cui ha combattuto nel ghetto di Varsavia. C’è una piazza enorme, disadorna, a Varsavia, una piazza dove sorge quello che ufficialmente si chiama il Monumento agli eroi dell’insurrezione nel ghetto di Varsavia: scolpito nella pietra che era stata portata lì per erigere un obelisco in onore di Hitler. Edelman, classe 1919, medico cardiologo, attivista dell’opposizione democratica polacca negli anni 1970, militante di Solidarnos´c´ negli ’80, impegnato in difesa di Sarajevo negli anni ’90, uno dei pochi superstiti di quell’ebraismo destinato ormai a diventare oggetto museale, o materia di ricerche dotte. La storia è finita così, e non è colpa di nessuno, se non di Hitler, dei nazisti e dei loro volenterosi complici. Ma la biografia di Marek Edelman contraddice quanti insistano a pensare che la storia doveva finire così, che l’ebraismo polacco (ed europeo, o quello diasporico in genere) non avesse alcuna via di scampo, perché destinato a perire, incapace di far fronte alle sfide della modernità.
Qui Marek Edelman racconta che cosa successe a questo mondo, a un pezzo di questa nazione, una volta finito nel ghetto. Non aspettarono passivamente di morire; non si avviarono alle camere a gas «come le pecore al macello». Cercarono invece in ogni modo, ciascuno a suo modo, di continuare il filo della vita di prima. Ogni giorno di nuovo affrontarono cruciali scelte politiche, esistenziali. E organizzarono la resistenza: che diede vita, in una smisurata sproporzione di forze, alla prima rivolta armata contro i tedeschi sul suolo dell’Europa occupata dai nazisti. L’insurrezione durò dal 19 aprile al 10 maggio 1943! («Armata»: vuol dire un arsenale di una decina di pistole, altrettante bombe a mano, e alcune decine di chili di esplosivo, contro la potenza militare nazista!).[…]

27 gennaio 2010

camerun

Da Terry del Capitini

26 Gennaio
L'altro ieri siamo stati in visita a Besali', il viaggio e' stato unico
e speciale e divertente anche se doloroso,molto in stile safari, ci sono
volute 3 ore all'andata e 3 al ritorno tutte sul cassone della jeep, con
7 ragazzi del College, attraverso la foresta.. per la strada soprattutto
i bimbi non facevano altro che salutarci con entusiasmo ed abbiamo anche
imparato a dire 'ciao' in lingua Bangwa 'alele'.. arrivati siamo andati
prima al College dove circa 600 ragazzi ci aspettavano e ci hanno
accolto calorosamente con dei canti, poi abbiamo consegnato i libri agli
studenti che erano entusiasti di riceverli.. ed i presidi che hanno
tenuto un discorso erano fieri di comunicare i loro progetti in campo
scolastico.. abbiamo pranzato ed anche li' il cibo era delizioso.. dopo
pranzo siamo andati alle scuola primarie dove i bimbi ci aspettavano
cantando una canzone di benvenuto.. appena scesi ci hanno circondato e
ci guardavano con ammirazione dandoci, secondo me, più importanza di
quella che in realtà abbiamo.. anche loro hanno cantato e ballato per
noi sotto il sole.. i bambini sono veramente meravigliosi e stare li'
davanti a loro era commuovente perche' non avevano comportamenti
infantili, ma anzi, come degli adulti, e' stato divertente vederli
mentre ci davano il cinque e ci toccavano le mani ; forse perche' erano
di colore diverso.. dopo siamo andati nel villaggio di Besali' e qualche
ragazzino si era intrufolato di nascosto con noi sulla jeep per non
farsi vedere.. nel villaggio dopo tutti i discorsi le donne anno
iniziato a ballare e qualcuno di noi si e' unito a loro.. guardare tutta
le persone del villaggio mi ha dato l'impressione di trovarmi in una
grande famiglia dove tutti si conoscono e si aiutano.. c'era un clima di
grande pace armonia e fratellanza anche nei nostri confronti che siamo
diversi perche' bianchi.. Terry